Il Fotografo di Mauthausen

 

La fotografia e il suo rapporto ambiguo con la realtà: racconto oggettivo o reinterpretazione?


Premessa

Lo scopo di questo post è quello di elaborare una riflessione sul rapporto tra la fotografia e la realtà, utilizzando come esempio il film: "Il fotografo di Mauthausen".

Trama 

Il film narra delle vicende di Francisco Boix, un prigioniero catalano rinchiuso nel campo di concentramento di Mauthausen. La passione per la fotografia tramessagli dal padre lo porta a diventare l'assistente del responsabile del campo, evitando così i lavori forzati. Francisco grazie alle sue fotografie e ai suoi negativi riesce a portare fuori dal campo le verità che venivano sempre nascoste dai nazisti.
Queste fotografie riuscirono ad uscire dal campo e ad arrivare al processo di Norimberga del 1946. 

Riassunto

Nel campo di concentramento di Mauthausen venivano portati detenuti di qualsiasi etnia tra russi, polacchi, tedeschi, austriaci, ebrei, spagnoli, omosessuali, politici, delinquenti, rom e prostitute.
Una volta dentro al campo tutti i detenuti venivano fotografati dal Paul Ricken, il responsabile del campo.
Le fotografie servivano per catalogare i prigionieri e dopo aver scattato le foto coloro che venivano ritenuti invalidi o inadatti ai lavori venivano portati con un furgone a Gusen, dove poi sarebbero stati uccisi, perché considerati inutili.
I detenuti spagnoli che catalogavano i morti spesso provavano a scambiare il numero delle maglie di alcuni detenuti con il numero delle maglie dei morti, in modo da salvare più vite possibili.
Tutto questo continua fino alla fine della guerra, fino a quando viene dato l'ordine di bruciare tutte le foto fatte nei campi, i detenuti iniziano così a cercare di nascondere i negativi delle foto per cercare di portarli a qualcuno fuori dai campi.
Cassetti, fessure dei letto o dei muri erano i luoghi principali dove venivano nascosti i negativi e per continuare più facilmente con il loro piano i detenuti decidono di organizzare uno spettacolo per distrarre i tedeschi.
Durante questo spettacolo però si presentano più complicazioni e più prigionieri perdono la vita, il piano di Boix viene scoperto e lui viene imprigionato e maltrattato, ma lui continua a mantenere il segreto.
Durante la sua prigionia riesce a ricevere dei negativi da un altro detenuto imprigionato come lui e con questi riesce a resistere fino all'arrivo degli alleati che liberano il campo dai nazisti, liberano i prigionieri e riescono a portare i negativi al processo di Norimberga, segnando la condanna dei nazisti.

Macchine fotografiche

Nel film si possono individuare principalmente due tipi di macchine fotografiche:

1) Leica

Leica risulta essere la macchina fotografica col quale vengono fatti la maggior parte degli scatti durante il film.

Ai tempi la Leica era il miglior modello sul mercato, sia per la qualità della macchina che per le ottiche, solo in pochi potevano permettersi questa macchina e infatti veniva principalmente utilizzata da chi faceva propaganda o lavorava per grandi eventi.




2) Fed 1

Un'altra macchina che si ritrova spesso nel film è la Fed 1 del 1935, con obbiettivo f/3.5 da 50mm, molto simile alla Leica ma con scatti molto diversi dalla precedente.













Il triangolo azzurro

Essere identificati con il triangolo azzurro nei campi di concentramento significava essere stati contro il regime nazista e venire riconosciuti come immigrati.






















Due visioni differenti della fotografia

Nel film si può notare la contrapposizione dei due metodi di fotografia dei personaggi di Paul Ricken (il responsabile del campo) e del detenuto Francisco Boix:

Paul Ricken realizza messe in scena con i prigionieri del campo, creando scatti di propaganda e che rendando il campo qualcosa che non è, più piacevole alla vista ed invitante;

Francisco Boix, invece, cerca in tutti i modi di fotografare i reali avvenimenti del campo, in modo da fornire ai cittadini tedeschi, spesso ignari degli avvenimenti nei campi, delle prove concrete di ciò che accadeva.